Deprivazione dal gioco – Cos’è e come possiamo evitarla

Deprivazione dal gioco – Cos’è e come possiamo evitarla

Prima di tutto “cos’è il gioco”? Non esiste una definizione concordata di gioco tra i teorici dell’educazione e gli psicologi. Forse perché il Gioco è un fenomeno complesso e riducendo le sue componenti ai soli comportamenti che genera rischiamo di banalizzarlo. Ad ogni modo il gioco è spesso descritto da queste quattro variabili:

 - È intrinseco in ciascuno di noi, automotivato e autodiretto 
 - È scelto liberamente
 - È piacevole 
 - Il giocatore è attivamente coinvolto

La deprivazione del gioco è il nome dato all’idea che NON giocare può privarci di esperienze che sono essenziali dal punto di vista evolutivo, biologico e sociale (Hughes, 2003).
La deprivazione del gioco, specie nell’infanzia, può essere causata da fattori quali:

- Spazi e attrezzature di gioco inadeguati o non sicuri
- Una routine troppo strutturata che include troppi sport organizzati e poco 
tempo per la libera scelta - Momenti di gioco troppo brevi (anche a scuola) - Eccessivo consumo di tecnologia - Genitori/educatori troppo vigili, preoccupati per la sicurezza e che danno poco
accesso al gioco libero e aperto
 

Quando i bambini sono deprivati del gioco, le conseguenze possono essere catastrofiche. La deprivazione del gioco prolungata, da moderata a grave (in particolare durante i primi 10 anni di vita) è collegata a “grave disregolazione emotiva; vale a dire, aumento della prevalenza della depressione, tendenza a diventare inflessibili nel pensiero, diminuzione del controllo degli impulsi, minore autoregolazione, scarsa gestione dell’aggressività e fragilità e superficialità delle relazioni interpersonali durature ”(Brown S, 2014).

Ulteriori studi suggeriscono anche che la deprivazione del gioco porta a una perdita di stimolazione sensoriale con conseguente ritiro e perdita di attività cerebrale elettrica (Tobin, 1997). I bambini che sono stati deprivati da esperienze di gioco di qualità per tutta la vita possono diventare altamente violenti e antisociali indipendentemente dalla demografia (Hughes, 2003, Brown e Lomax, 1969, Brown 1998). I bambini deprivati di esperienze di gioco all’aperto mostrano comportamenti aggressivi, depressione, abilità antisociali e sono a rischio di diventare obesi (Huttenmoser, 1995). Ci sono persino studi che suggeriscono che i bambini che non giocano sviluppano cervelli più piccoli del 20-30% rispetto alle dimensioni normali (Hughes, 2003).

Sappiamo da tutte le ricerche che il gioco è fondamentale per lo sviluppo delle capacità fisiche, emotive, sociali e cognitive nei bambini ed è essenziale per tutta la vita. Ma, in questo mondo che corre sempre più velocemente, i tassi di deprivazione del gioco stanno tristemente aumentando.

I nostri figli non hanno accesso alle stesse opportunità che molti di noi avevano da bambini, quindi è necessario uno sforzo molto consapevole e creativo per garantire loro l’accesso al gioco. E non sto parlando dei giochi sensoriali orientati agli adulti e delle stanze dei giochi perfettamente curate. I nostri bambini hanno bisogno di un gioco puro, intrinsecamente motivato, attivamente impegnato e liberamente scelto.

La deprivazione del gioco può essere invertita?

È possibile notare quali siano i bambini – e gli adulti – che sono stati deprivati dal gioco. Spesso mancano delle capacità di gioco e possono presentarsi come molto dirompenti o incapaci di utilizzare le risorse in sicurezza.

La buona notizia è che ci sono studi che suggeriscono che l’accesso a esperienze di gioco di qualità può eliminare le conseguenze di coloro che sono diventati privati del gioco (Einon, 1978; Thompson, 1996).

Possiamo fare molto, moltissimo, per invertire questa tendenza, ma è fondamentale che come famiglie, istituzioni e singoli prendiamo consapevolezza di questo problema in aumento e facciamo qualcosa di attivo per far crescere i nostri bambini – e noi con loro – con ampie possibilità di gioco tridimensionale (con il corpo), di relazione e esplorando le varie possibilità per cogliere quella che più si avvicina alla nostra personalità di gioco (Brown) e quella dei nostri bambini.

5 consigli per giocare di più

  • Blocca dei momenti durante la giornata o la settimana in cui mettere il cellulare in modalità aereo per dedicarti a delle attività che ami o che i i tuoi figli amano (prova anche se il tuo cervello farà resistenza e ti sentirai improvvisamente stanco/a). Prova a dire “Sì” 🙂 (Alli Beltrame ha scritto un post bellissimo su questo tema)
  • Compra dei giochi da tavola (esistono molte risorse per scoprire quali possono essere adatti alla fascia di età che ti interessa)
  • Scopri posti nuovi, a volte per recuperare l’attitudine giocosa basta scoprire dei posti mai visti e prova a giocare con gli elementi che ti circondano (io sto scrivendo da tempo una lista di posti che vorrei visitare e se non so cosa fare con mio figlio nel weekend ricorro alla lista!)
  • Segui le risate: se c’è qualcosa che ti fa diverte o che diverte i tuoi figli, quella è una buona strada da percorrere più spesso (potrebbe essere la lotta sul lettone, le facce buffe, parlare in lingue inventate, fare delle sfide: la chiave del piacere e del divertimento può essere diversa per molti di noi).
  • Permetti alla goffaggine di entrare nella tua vita. Il disagio di sentirsi “buffi” per molti adulti può essere un grande ostacolo. Vogliamo sempre fare bella figura, a volte anche quando siamo in un ambiente protetto e non ce n’è nessuno bisogno; con mio figlio questa cosa funziona particolarmente, e ho notato che gli permette di gestire le frustrazioni di non fare bella figura senza ansie.
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