RODARI E IL GIOCO FANTASTICO DELLA NARRAZIONE – IV

RODARI E IL GIOCO FANTASTICO DELLA NARRAZIONE – IV

Il contributo assume le sembianze di una magica storia, una sorta di feuilleton, un romanzo a puntate (un ‘episodio’ a settimana) che intende condividere alcuni elementi riconducibili alla ‘lezione’ pedagogica di Gianni Rodari, esplicitando l’intreccio virtuoso tra narrazione e gioco, un binomio fantastico.

IV puntata - L’enantiodromia e il gioco degli opposti

“Le parole sono come una pellicola su un’acqua profonda” 
(Ludwig Wittgenstein)

Il binomio fantastico gioca con il polemos – inteso come conflitto – eracliteo, lo scontro scintillante da cui scaturisce la conoscenza; ricorda, in particolare, il concetto di enantiodromia proposto dal filosofo greco, che significa letteralmente corsa nell’opposto. «Ciò che si oppone conviene, e dalle cose che differiscono si genera l’armonia più bella, e tutte le cose nascono secondo gara e contesa» (Eraclito, frammenti). Con questa espressione è indicato il gioco degli opposti – come nel caso del Bianco e dell’Augusto, la coppia clown raffigurata nell’immagine di seguito riportata – nel divenire, la concezione secondo la quale tutto ciò che esiste passa nel suo opposto: le contaminazioni costituiscono la ricchezza di ogni percorso esperienziale.

Coppia Clown

“La parola singola agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare. Non c’è vita dove non c’è lotta. L’immaginazione non è una qualche facoltà separata dalla mente: è la mente stessa, nella sua interezza, la quale, applicata a un’attività piuttosto che a un’altra, si serve sempre degli stessi procedimenti. Il pensiero si forma per coppie; ad esempio, l’idea di molle non si forma prima, o dopo l’idea di duro, ma contemporaneamente, in uno scontro che è generazione. Una storia può nascere solo da un ‘binomio fantastico’. Occorre una certa distanza tra le due parole, ad esempio ‘cane e armadio’, occorre che l’una sia sufficientemente estranea all’altra, e il loro accostamento discretamente insolito, perchè l’immaginazione sia costretta a mettersi in moto per istituire tra loro una parentela, per costruire un insieme (fantastico) in cui i due elementi estranei possano convivere”. (Rodari, Grammatica della Fantasia, pp. 34-35)

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