RODARI E IL GIOCO FANTASTICO DELLA NARRAZIONE – III

RODARI E IL GIOCO FANTASTICO DELLA NARRAZIONE – III

Il contributo assume le sembianze di una magica storia, una sorta di feuilleton, un romanzo a puntate (un ‘episodio’ a settimana) che intende condividere alcuni elementi riconducibili alla ‘lezione’ pedagogica di Gianni Rodari, esplicitando l’intreccio virtuoso tra narrazione e gioco, un binomio fantastico.

III puntata - Il binomio fantastico

Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare 
(Novalis)

Favole senza capo né coda, che duravano giorni e facevano ridere, create dall’incontro casuale delle parole scritte dai bambini, ignari l’uno della parola dell’altro, sui lati della lavagna. Il duello di parole o binomio fantastico, una delle tecniche della creatività rodariana, è un processo di liberazione delle parole, un procedimento che affonda nei giochi letterari del surrealismo. Questo gioco ha lo scopo di ‘depurare le parole’ da tutte le incrostazioni di senso e dall’usura del tempo, passandole al setaccio dell’immaginazione infantile. Tramite il gioco del binomio fantastico, le parole sono estraniate dal contesto o, come suggerisce lo stesso Rodari, “gettate l’una contro l’altra in un cielo mai visto prima”. Convinto che nel linguaggio si annidino porzioni rilevanti del nostro rapporto con la realtà, Rodari, nel suo lavoro di scrittore e animatore didattico, era solito partire dalle parole, da loro accostamenti inusuali, da esercizi di scavo nei significati, per inventare e far inventare storie, che risultavano affascinanti e liberatorie proprio perché nate dalla rottura degli automatismi linguistici.

Sasso Stagno

“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si alzano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere” (Rodari, Grammatica della Fantasia, p. 25).

 

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