La narrazione come strumento di guarigione

La narrazione come strumento di guarigione

Una storia da raccontare ai nostri bambini in questo momento storico complesso, scritta da Alice Valeri, autrice della pagina “La Terra dei Bimbi”. Alice è un’aspirante maestra, insegnante di Yoga per Bambini, ricercatrice delle pedagogie nascoste e dimenticate, affascinata dalla meraviglia dell’essere umano in crescita e delle sue innumerevoli possibilità se portate alla luce, al servizio dei bambini.

 

Le fiabe hanno un grande potere sulla nostra interiorità, spesso utilizzo questo strumento con i bambini che frequentano i miei laboratori. Le storie pedagogiche possono aiutare a navigare attraverso le emozioni che derivano da diversi tipi di situazioni difficili. 

Accettando piuttosto che resistere alla verità e vestendola con l’abito dell’immaginazione, le storie possono aiutare a tessere la verità nella vita di tutti i giorni, specialmente con i bambini piccoli.

Penso che in un momento come questo sia fondamentale raccontare ai bambini quello che sta accadendo ma, oltre a questo, la pedagogia d’emergenza ci insegna che possiamo utilizzare strumenti alternativi affinché i bambini possano ritrovare sicurezza in situazioni difficili.

Questo racconto è adatto per i bambini fino ai 6 anni.

“C’era una volta uno gnomo che viveva in uno bosco, abitava in un tronco cavo di un albero di quercia con la sua mamma, il suo papà e la sua sorellina minore.
Un giorno la sua quotidianità cambiò, la mamma la mattina non lo svegliava più con la fretta perché andasse a scuola, il papà non usciva più per andare a lavoro e anche la sorellina era sempre a casa.
Lo gnomo era perplesso, in lui sorgevano tante domande.
Perché non potevo più andare a scuola? E perché la mia sorellina è sempre tra i piedi? Perché devo restare a casa?
Non sapevano tutti quanti che i piccoli gnomi amano uscire e correre?
Non poteva andare a scuola, non poteva giocare con i suoi amici nei boschi e i suoi amici non potevano andare a trovarlo, non poteva andare a trovare i saggi nonni che vivevano dall’altra parte del bosco e né dagli zii che gli davano le caramelle più gustose del mondo.
Lo gnomo era chiuso in casa alle radici dell’albero.


La sua casa era piccola, aveva una piccola camera che divideva con la sua sorellina che ancora non camminava, ma gattonando prendeva tutti i suoi giochi. Era così difficile trovare uno spazio tutto per lui, alle volte giocava e si costruiva una casa e lì sì che la sua fantasia volava nei mondi magici a fare tante nuove avventure.
Un’altra cosa anche adorava era guardare fuori dalla finestra attraverso le rocce e le radici degli alberi.Fu sorpreso da quante cose si vedessero: formiche che correvano, coleotteri dai colori vivaci che si arrampicavano tra le foglie cadute, farfalle variopinte che si lasciavano cullare dal vento e conigli dalle orecchie lunghe che giocavano a nascondino.

Ma nonostante tutto quello che poteva vedere il piccolo gnomo stava diventando sempre più impaziente e stanco.
Perché tutto questo tempo senza uscire di casa?
Non aveva senso che non potesse uscire e non potesse correre nel prato.

Poi l’albero madre sussurrò:

“Le cose non sono più come una volta, ma fidati di me, sarai in grado di uscire presto. Fidati di me… “

Lo gnomo sapeva nel suo cuore che poteva sempre fidarsi dell’albero madre.
L’albero madre sapeva tutto. Gli uccelli e il vento erano i suoi amici e i suoi messaggeri. La visitavano ogni giorno e condividevano con lei le notizie da tutto il mondo.
Lei era la più saggia di tutto il bosco, il sole con i suoi raggi le donava saggezza e forza.

Il piccolo gnomo udiva quando arrivarono gli uccelli, li sentiva cantare lassù tra i rami dell’albero madre.
Il piccolo gnomo vide anche quando venne il vento. Osservò i rami ondeggiare da un lato all’altro. A volte doveva chiudere la finestra per tenere fuori le foglie e la polvere che questo amico sollevava in ogni dove.

Ogni giorno l’albero madre gli sussurrava:

“Le cose non sono più come una volta, ma fidati di me, sarai in grado di uscire presto. Fidati di me… “

Quindi il piccolo gnomo dovette fidarsi e aspettare. Sapeva che presto sarebbe stato libero di uscire e giocare tra le rocce e le radici dell’albero. Sapeva che presto sarebbe stato libero di correre di nuovo nel bosco con i suoi amici.

E mentre aspettava, rimase sbalordito da quante cose potesse fare nella sua confortevole piccola casetta alle radici dell’albero.

Il piccolo gnomo sa ballare. Il piccolo gnomo sa cantare. Il piccolo gnomo sa dipingere. Il piccolo gnomo sa fare capriole sul terreno. Il piccolo gnomo può pulire e cucinare con la mamma, giocare ad inventare con il papà, correre a chi arriva primo con la sorellina e rannicchiarsi con un libro di fiabe. Il piccolo gnomo sa vestirsi da solo, sa costruire delle tane con i teli, il piccolo gnomo sa che può essere sempre al sicuro tra le braccia di mamma e papà.”

Questa storia può essere modificata in base alle vostre esigenze, in base ai componenti della vostra famiglia, alla vostra casa, alle vostre abitudini e a quello che piace fare al bambin* a cui è indirizzata.

Potete raccontarla anche tutti i giorni se verrà apprezzata.
Fateci sapere nei commenti se vi è piaciuta!